Il secondo Novecento

Nelle collezioni del Museo d’arte Mendrisio è un periodo che occupa un ruolo da protagonista, sia nelle sue declinazioni legate al territorio sia, soprattutto, attraverso le figure di importanti esponenti dell’arte italiana del dopoguerra. Tra i primi spiccano Carlo Cotti (1903-1980), Pietro Salati (1920-1975), Alberto Salvioni (1915-1987), Giuseppe Bolzani (1921-2002), Edmondo Dobrzanski (1914-1997), Gino Macconi (1928-1999), Luciano Uboldi (1898-1986), Mario Ribola (1908-1948), Remo Rossi (1909-1982), Giovanni Genucchi (1904-1979) e Felice Filippini (1917-1988). Tra i secondi le figure di Carlo Carrà (1881-1966), Arturo Martini (1889-1947), Renato Guttuso (1911-1987), Ennio Morlotti (1910-1992), Marino Marini (1901-1980), Mario Sironi (1885-1961) e Fausto Pirandello (1899-1975) e Vittorio Tavernari (1919-1987), tra gli altri, che mantennero sempre una leggibilità del dato naturalistico e figurativo, mentre Tancredi Parmeggiani (1927-1964), Alfredo Chighine (1914-1974) e Aldo Bergolli (1916-1972), ad esempio, approdarono a una visione decisamente informale. Tra i surrealisti in collezione vanno citati Max Ernst (1891-1976), Wifredo Lam (1902-1982) e Serge Brignoni (1903-2002); tra gli astrattisti Hans Richter (1888-1976), Max Weiss (1921-1996), Pierino Selmoni (1927-2017), Mario Radice (1898-1987) e Max Huber (1919-1992). Per finire con la generazione nata tra il 1940 e il 1960, rappresentata tra gli altri dai ticinesi Sergio Emery, Renzo Ferrari, Paolo Bellini, Cesare Lucchini, Samuele Gabai, Adriano Pitschen, Gregorio Pedroli, Adriana Beretta, Anna Bianchi, Simonetta Martini, Luca Mengoni e da alcuni caposcuole italiani quali Piero Gilardi e Franco Francese.